stato d’animo delle plebi italiane 5 borghesi e di aristocraticil). Quando il popolo scende in piazza — come a Roma, nel gennaio del 1793 — lo fa solo per gridare « Viva San Pietro ! » e per massacrare un agente diplomatico francese, l’infelice Ugo Bas-sville 2). * * # Tale era lo stato d’animo delle classi popolari italiane quando il giovine Corso si accinse ad attuare quel fulmineo piano di guerra che in pochi mesi doveva schiudergli la via del trono e dell’immortalità. 1) Anche nel periodo precedente alla Rivoluzione, la nostra aristocrazia bistrattata dal Parini con demagogico rancore, avea largamente partecipato col consiglio e coll'opera alla politica riformatrice dei principi italiani. Basti pensare che di famiglia nobile furono, tra gli scrittori, il Filangeri, il Beccaria ed i fratelli Verri ; tra gli uomini politici, il ministro Tanucci, il senatore Gianni e il Fossombroni, questi due ultimi consiglieri e confidenti di Pietro Leopoldo. Infine è sintomatico il fatto che i due soli italiani di cui si sa con certezza che parteciparono ai moti rivoluzionari d' Oltralpe, appartenevano entrambi all’aristocrazia : uno di essi è il pisano Filippo Buonarroti, discendente dal grande Michelangelo, e l'altro è ü milanese conte Cesare Gorani. 2) Chi voglia rendersi conto dei sentimenti che animavano in quei mesi la plebe romana, può consultare l'opera preziosa di L. Vic-chi, Les Français à Rome pendant la Convention, Fusignano (Italie), chez l'auteur, 1892.