manti, è sciolto il pianto funebre sulla tomba : è pianto ormai disperato ; ma suonano nell’aria di Roma le campane della risurrezione di Cristo... Quando Gabriele D’Annunzio riassumerà nella tragedia « La Nave » questo suo smisurato amore dell’Adriatico, riscavando nel macigno delle nostre glorie medioevali l’immagine del sogno liberatore — quando la tragedia sarà trionfalmente rappresentata a Trieste, quando egli battezzerà sdegnato « l’Amarissimo », — il suo affanno profetico sembrerà crescere, come nel presentimento d’una imminenza di eventi, e nella certezza che l’oracolo gli giunge proprio da Dio. Poi sorge nella sua anima, come una costellazione nella fonda notte, 1’ Elettra. Un senso di aspettazione consapevole è in ogni strofe degli inni civili, anche di quelli che paiono più lontani dal presente 15