apparso come il mare di tutti gli uomini, che regge la nave di tutte le glorie umane, o « il dolce mar funesto », « il bel mar natale », « il mar meraviglioso », che amano e sfidano le paranze con le « rosse latine vele » grandi come archi di luna, — gli si rivela subitamente un giorno (« io lo scorgo con un brivido interrotto ») imputridente del sangue invendicato di Lissa: il movimento tutto carducciano dell’apparire di Faà di Bruno che, grande ombra sul deserto, chiede senza risposta, « Sarà dunque eterna la vergogna ?» — e del sorgere come in morgana della visione di Trieste rivolta a Roma (« sempre a te ! Sempre la stessa ») — annuncia in pieno il nascere del motivo di guerra nella sinfonia che il poeta viene spiegando in tutta la sua vasta architettura: e la rappresentazione rapida, palpitante, perfetta, della torpediniera, bella «come un’arme nuda», I | 11