L ibro Quarto. 203 Tuoi guerrieri. Ma lungo tempo non foftenne Emanuel- lo , che vn porto, così importante alla confcruatione del fuo Imperio, reftaife in mano de’ Siciliani, gouernati da’ Normanni, Tuoi capitali nimici. Racconta Niceta, die le naui, inclufcui quelle de' Venetiani, arriuarono à mille, e l'elèrcito di terra fu fenza numero, quando l’Impera-toieiì moffe, per ricuperare Corcira. Non era più viuo Ruggiero, regnaua bensì Guglielmo fuo figlio nella Sicilia , poco amato da’ vaflalli, che per l’eftorfioni, che facea, gli diedero il cognome di Malo. Era egli valoro-fo, e nel Regno di Napoli hauea fatto belliilìmc imprefe; con ciò tutto non pensò mai à (occorrere i fuoi, che per ogni veriò da Emanuello furono aflèdiati’n Corcira. Il prefidio della Rocca, numcrofo di più di mille foldati, fece refiftenza, e tale, che, doppo molti fanguinoii aifalti j loftenuti con danno de’ Greci, pcrfuafeì’Impcratore à vincerlo con la flemma, affettando gli approcci poten-tillìmi della fame, la quale non tardò molto à comparire contro gli ailèdiati. Rima/èro que’ meichini fenza vitto-uaglie,equel ch’è peggio fènzafperanzadi hauerne:onde furono neceflitatià capitolare con Emanuello, il quale, lieto dell’acquifto della Fortezza, da lui creduta inefpu-gnabile, molti doni fece a* Soldati; e a* Corcirefi, che mai da lui f»erano alienati con l’animo, non pochi priui-legi concedè. Prima di partire fece l’imperatore fortificar meglio la Città, e’1 Cartello ; e l’Ifola diuife in molti Feudi, così fecolari, com'Eccleiìaftici, con obligatione a' Fcudatarij di feruirlo in tempo di guerra, ò dentro, ò luora del loropaefè. Di più concedè alcune prerogatiuc *' Sacerdoti, efentandoli da ogni efercitio rufticale, an- E e z che