Libro Seflo. 25? 5* vira, che meritaua vn’eternità ; e in vn picciol momentó fi disfece quella macchina, c’haurebbe potuto immortalare il nome de’ Cimmerioti per gli iècoli da venire. L’armata di Solimano in tanto, condotta da Luftibeio Bafsà ilio genero, e da Ariadeno Barbaroflà famo/òcoriàle, ha-uea nelle fpiagge d’Otranto, verfo Taranto, prefo terra, e sbarcate le militie ciniè di afledio Cadrò,che brauamen-tefi difeiè, finche a perfuafione di TroiloPignattclIo,ch’ era fuggito a’Turchi perdifguilico’l Viceré di Napoli, non fi diede a* barbari, che, contro i capitoli della reiL, Taccheggiarono la Città,e fchiaui fecero i Cittadini. Ben è vero, che poi Solimano liberò quelli, e fece loro rendere quel, che fi puote truouare, facendo in oltre morire i violatori de’patti : attione piena di ogni lode, quando egli rompendo co’Venetianilapace,nonhauefsedatoà conofcere, che ò dal capriccio, ò dalla fua fimulatione na-f fcefse vn fatto, fenza dubio eroico nell’aipetto. Ma per venire a’motiui della guerra, che Solimano in-trapreiècon le Republica,auuennc ,che, mentr’cgli contro i Cimerioti, e i fuoi legni contro Napoli combatteua-no ; vn nauiglio Turchefco, carico di vittouaglie, incon-troilì in vna galea Dalmatina, e non hauendo abbaifato le vele,come s’vfa in fegno di vbbidienza, con vncolpodel camion di Corsìa battuto andò à fondo : difgratia, che rapportata all’ Ottomano l’accefe di fieriifimo fdegno contro Venetiani, benche per allora iotto le ceneri della fintione ricuoprifle il fuo fuoco,àcagion,che non gli tor-naua il conto inimicarfi all’aperta coloro, checo’Cime-rioti, e Imperiali, l’haurebbero facilmente battuto, noiL, hauendo vnite,ma diilratte in molti luoghi le forze.Con- fide-