P4 Della Hiftoria di Corfù. rà il fuoco di Aletto, di vna rabbiofiffima furia. Feceroquì punto gli ambafciatori Romani; e de gli Achei fù commune il parere di hauerli per amici, ondd* della Latina Republica fi dichiararon compagni. I Confoli,non hauendo più, che fare fra gTlllirij,fi riduifero iru Durazzojquì rimaiè Poftumio con parte delle legioni per inuernare,e co’l refto Fuluio a Roma fece ritorno. Teuca intanto, a cui i Romani haueano ftrappato dal capo più corone, dentro Rizone, viuea infeliciifima vita, quinci tiranneggiata dall’odio, quindi dal defio di vendetta. Il vedere^ fuo diipetto,Demetrio regnante ; il conofcerfi,da^ grande Principeifa, ridotta all'elfer priuata ; ma quel 3 ch’è peggio in cuor di donna, il mirarfi in iftato tale, che non può sfogar Tira fùa;erano pa(Tioni,che tutto Tinuerno le fecero trafcorrere fra tempere. Venne alla fine la pri-mauera ; ed ella, non veggendo fiorire le fueiperanze, fi diipoiè a vn partito neceifario,benche poco conforme all'animo fuperbo,e pieno di fafto. Alcuni, che mai non T haueano abbandonatole perfuaferoil chiedere a’Romani la pace,mentre poco, anzi nulla fi potea iperar dalla guerra . Difficilmente s’induife a farlo quella donna,ch’era au-uezza a dare,nò a riceuer le leggi ; ma pur lo fece,e de’fuoi più cari, i più fauij mandò a Poftumio, da cui furono ¡u Roma fpediti. Nel Senato eipoièro gli ambaciatori Illirij le commifioni di Teuca,e diifero,ch’ella fi confeflaua vinta , ma che godeua,che i fuoi vincitori altri non fuifero , che Romannchevolontieri accetterebbe ogni partito,có-fapeuole, che dalla loro generofità non potea aipettaro patti men, che benignùche fe fteifa, e quel poco,che pof-Ìèdeua,depofitaua nelle lor mani, contenta di quello,loro pia-