ìiz Della Hiftoria di Corfu Di che auuiftofi Tiberio ad altro poi nò attefe, che à recidere quella piata, che potea co’l tempo fare ombra alla Tua grandezza. Vn tiranno mai nò viue quieto fé non muoiono quei,a’ quali ipetta legittimaméte la fignoria.Co’l pre-tefto di acquietar le iòlleuationi mandò egli’n Oriente il nobil garzone, il quale con Agrippina fua moglie imbarcatori , doppo di hauer caramente abbracciato il fratello Drufo, ch’era in Dalmatia, nauigò à Corcira, ouefu fpinto da furiofa tempefta. Qui riftorò Tarmata, ed heb-be trattenimenti, degni di vn tale Principe ; poiché i Corcirefi, e per la ricordanza di Antonio, di cui egli era nipote, e per le fue nobili parti, fi forzarono à gara di honorarlo per ogni via. Gli fecero leggere gli annali de' loro più celebri fatti, le croniche della loro antichiiTima^ origine, per hauerloforfiinterceiìore, preifoTiberio, nelle loro calamità, eperdiiporlo à efièr mezzano delta libertà, della quale fòla fi moftrauan bramofi. Stamparono à fua gloria medaglie, ed ereflèro al fuo nome vna^ Statua di confiderabile grandezza del marmo più fino, che nella Grecia fi trouaflè, e liuellata da infigne artefice, a' piedi della quale, baie maeftoià iacea leggere in lettere^ greche la feguente inicrittione, che ancora in Corcira fi conferua à dilpetto del tempo. nOAIS, TEPMANIKON KAISAPA, TIBEPIOT KAI2AP0Z TION 2 E BASTO! KAISAP02 XiaNON.TIIATETONTA © EOIS. Cìuitas