Libro Settimo, jyà; tccampagna fiaccinfe. Diede il Generalato di mare al medcfimo Vi lizzali, con ordine, che rifaceflè le forzo, con accrefcere il numero delle vele a’ danni de’Criftia-ni. Dall'altra parte i Veneti, a' quali non chiufc gli occhi la fortuna lufinghiera, à tutto potere fiapparecchia-uano a’ vn fecondo cimento, con cuihaueano fperan-za di mettere foflòpra l’Ottomanico Imperio. Accrebbero le galeazze, c’haueano così ben ferii ito, fino a dode-ci; delle galee prefe armarono le migliori ; e perche il Ve-niero non era grato à gli Spagnuoli,gli fòrtituiron, nella., carica di Generale, Giacomo Fofcarini, ch’era Proue-ditore inDalmatia. Accettò egli l’vtfìcio, eportatofià Corcira, mentre fi forniuano i legni, attefè ad allicura-re i luoghi di terra ferma, che fi teneuano ancora^ per la Republica. La Parga fu ftmiata luogo commodo da relìftere a’Turchi; e perche non era molto forte, e poco era il fuo prefidio, vi mandò Pietro Lanza^ Corfioto con cento cinquanta fanti fotto il Capitano Angelo Paradifo da Lorena, e buon numero di muratori , e marangoni ; acciò gli vni guardaflèro, gli altri for-titìcalìèro l’importantiffima Terra. A Butrintò non fi fece penfiero di mandar gente, effendo deftrutta la Città, c il cartello ; e baftaua per allora à gouernare la ficurezza del lago, quella torre, che Criftoforo Condocalli hauesu munita con molti braui Corcirelì, che, benche fuorofei-ti, dentro yi fi chiufèroin feruigio del Principe. Com-parfa poi la ftagione, atta à nauigare,fi lafciarono gl’impieghi della terra, per attendere à quelli del mare j e il Fofcarini,à cui fi era aggiunto il General Pontificio, con cento quaranta galee,dodeci galeazze, e ventidue naui , A a a fciolfe