Libro Secondo. 61 foriera del fangue, che fi douea fparger fra poco ; eappe-* na ferì gli occhi! primo albore, che fi diede, quinci, e quindi alle ferite principio. Co’dardi, e con le lande tèmpre da lontano, fi combattè fino allora, chefopra-giunti gli fchiaui delle ville in aiuto del popolo,e ottocento di terra ferma in foccoriò de’ nobili, fi ftrinfe la mifchia, e al/e ipade lì venne. Maquefti,hauendo a fronte nume-roiè fchiere, e battuti dalle donne, chedallefineitre, e da' tetti lanciauan faifi, alla fine coftretti furono a ritirarfi, poi a fuggire con diiòrdine dalla piazza, a cui attaccarono il fuoco, il quale haurebbe bruciato la Città, fe il vento pietofo non cacciaua le fue fiamme verfo del mare. L*ar-fenale ièruì di ricuouero alla nobiltà ; e a quelli, ch’eran venuti da terra ferma in fuo foccorfo, la galea de’ Corin-tij, la quale accogliendo i fuggitiui, diede poi all'onde i remi, anch'ella per la vittoria del nemico popolo dubio-ià. Il medefnno ftimo faceifero le naui de’ Lacedemoni ; poiché nel giorno fuifeguente arriuo, fenza contrailo, a Corcira, Nicoftrato capitano degli Ateniefi con dodeci legni, fopraui cinquecento Meflènij armati; ebenche conofceifeleragionidelpopolo, difeniòre del partito di Atene, ftimò meglio riconciliare le parti, e felicemente gli fuccedeua, iè quello non haueflè pretefo di cacciar quattrocento nobili, i più feditiofi, dall’Ifola di Corcira. Pregarono Nicoftrato i popolani, chepereuitarnuoui tumulti, laiciaife cinque delle fue naui, in vece delle quali eglino armerebbero cinque delle loro; e fopra quefte vole-uano, come iòldati, mettere que’ nobili, che accortifi dell* aftutia fi chiufero, quaffn ficuro afilo, dentro il tempio di Callore, e di Polluce. Ma quindi tratti Thaurebbero gl’in-