404 Della Hiftoria di Corfù. condurre la gente fopra di Candia. Doppo di eiTerfi po-fta non lungi da Cerigo, ifola, che fiede in faccia alla Li-caonia, nauigò ella àdirittura, eimprouifacomparueà villa della Città di Canea, che con la Metropoli del Regno gareggiaua in nobiltà, fito, e bellezza. Io mi fono trattenuto tanto fuora di ftrada, che appena truouo la v ia di ritornare à Corfù, doue fatta la elettio-ne di Teodofio Floro nella carica di Protopapà, fi atteiè à fortificar le muraglie con diligenza più eiatta. Con l’aifi-ilenza del Proueditor Grimani iè ne preiè la cura il General Gildas, ò Giulio d’As, il quale già era nell’Ifola, e ha-bitaua nel Palaggio, che il Caualiér Vincenzo Marmora mio Padre gli diede addobbato di tutto punto. Poiché, non vi eifendo ftanzadel Commune per vn tal Perfonag-gio, e truouandofi’l Proueditore confuio, perche, iècon-do gli Priuilegi, non potea togliere Phabitatione ad alcun Cittadino, il mio Genitore gli offerie la lua,e l’aftrin-fe con cortefia ad accettarla, con gufto grande del Grima-'ni, che gli volea dare la Caia Generalitia, che, come polla in Fortezza, fu rifiutata da quel Signore. Qui fé lunga dimora il Gildas, che intento alla fortificatione feco lpianare da cinquecento edifici nel Borgo di S.Rocco , con no poco danno de’Borghe£mi,e fra gli altri la Chiefa maeftofa, che al luogo daua il nomej la quale cintai d’intorno di molte delitioiè ville,ièruia, in tempo di eità, a’ Nobili Veneti di ricreatione,e di ipaifo. Indi fece auan-ti le due Porte, Reale, e Remonda due bailioni,fiancheggiati da fortifsimi balouardi, per tenere dalle muraglie^, quanto fi poteife, il nimico lontano. Prouiilo dunque à quello biiògnaua per la difefa della Città, riuolfero i duo Gene-