Della Hiftoria di Corfù Grecia, mandarono ambafciatori a gli vni, e a gli altri, per aflìcurarli, che Teuca fola era il termine delle lor mo£ fé , e che oltre llllirio non difenderebbero il piede. Erano gli Achei potentiflìmi, e a loro, doppo moke riuolu-tioni di fortuna, foggiaceua Corinto 5 gli Etoli, pur eglino di vaile Prouincieeran Signori : vniti non temeuano la Romana Monarchia, ogni qual volta a queila non fi ac-coftalfcro gli altri Greci. Onde Corcira, con ragione, li facea temere : dall’altra parte i Romani, che dubitauano de5 Cartaginefi, ed erano in guerra co5 Galli, non vollero tirarti addoifo vna nimicitia nuouadi gente valoroià, e ricca dJoro, e guerrieri. E queila fù la caufa, che 1 i ipiniè a mandar meifaggieri, che dagli Achei, e dagli Etoli furono accolti con honore, e attentamente afcoltati. Popoli’nuitti della Grecia, difiero Fuluio, e Poilumio, Confoli della Romana Republica, a voi ci mandano, e per augurami falute,eperfarui certi, che bramano la voilra_. amicitia. E perche dubitano, che voi, delle loro vittorie ingelofiti, pretendiate di non darla, con giufte ragioni ve la ricercano. Poiché, Thauer eglino Liberato Corcira dalle mani di Teuca, più toilo, che darui ombra, dourebbe apportami allegrezza ; ladoue, fenza fpargimento del voflro fangue, hanno i Romani cocoriò alle voilre vendette. Gl’ Illirij ne furon cacciatijquelli, che con gli Acarnani, ruppero la voilra armata ipinta in foccorfo de5Corcireiì,quelli , che dalle voilre ipiagge tolièro le riccheze ; quelTin fomma, che pretendeuano il dominio di tutta la Grecia^. Potrebbe dire alcuno, che mala co fa è il fuggire l’incontro di vn'inimico,per incappare in vn altro,più vigoroiò, e non meno fortunato^ma chi di noi Romani potrà dirlo, s'hà