Libro Terzo. 123
e vuol dire in latino
Ciuitas Corcyra Gcrmttmcum Cxfarem T iberij C<efartsfìlium Augujìi Ctefaris ex Jìlia nepotem ConfuUtum gcrcntem Dijs commendati
Doppo tanti honori, accompagnati da poderofi foccorfi, fece vela Germanico in mal punto, poiché Pifòne,crede-do fi far eoia grata a T iberio, gli diede il veleno ; onde in Antiochia lalciòla vita. Agrippina, raccolte le ceneri dell'eftinto fuo ipoio, s’imbarcò, e doppo lunga nauiga-tione, alle fpiagge di Corcira ne venne . Non ii può raccontare la doglia de’ Cittadini, che amauano come padre il defunto, quando videro la moglie, cinta di lugubri ammanti portar dal mare fiumi nelle pupille, e nelle mani Pvrna funefta, Hebb’ellagli applaufi da'fingulti, o laben venuta da’gemiti. Le donne icarmigliate Tac-compagnauano, mentre i fanciulli foipirantilefaceano intorno numerofocorteggio . Ma le dimoftrationi più doloroiè faceuano , quei, che fotto l’imperio di Germanico hauearumilitato , de’ quali non pochi erano allora in Corcira ; poiché molti erano i Corcirefi, che féguiuanò le bandiere di Roma nelle fbe guerre, I principali della.! Città, tolte ad Agrippina le ceneri, le ripofero in fuperba tara fopra le loro ipalle, e fra iuom , canti, e hinnilepor-rarono al Tempio, ouefecero i Sacerdoti a gli Dij inferni più iagrifici.. Non fi riipaimiò à fpefa ne’ profumi,
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