Libro Secondo. 8 9 fi ai refero. Onde fon forzato adire feccamente, che in mano de' barbari cadde Corcira. Vna Ninfa le diede corona, vna iicra le tolfe lo fcettro. Corcira le diede il nome,Tetica le rubò la gloria. Demetrio Fario rimafe gouernatoie 1 per rilliria Regina con buon numero di foldati per guardiane l’armata verfoDurazzo s’incamminò,iperando di ha-uerla con la forza, già che gl'inganni non valièio. Teuca veglia a gli altrui danni, e non dotmono i Romani , auidi di vendetta , alla quale li chiamaua, non folo la difefa de’ Greci, ma anche con voce di fangue i’amba-fciatoreeftinto. GneoFuluio Centimalo Coniòle, con dugento legni, al primo auuiiò deH’afledio di Corcira, fi a molle da Italia, per liberarla ; e benche per ìftrada fapeilè, l ch’ella era già in potere de’ nimici, non fermò, anziofo di difcacciarli. Ma quello, che difficilmente ottener poteuano con la forza, hebbero dal caiò, nato dal genio di Teuca variabile, perche donna. Venne a coftei’n fo-ipetto Demetrio Fario, gouernator di Corcira ; e come ch’ella erafemina, non frenando la lingua, gli amici del Fario fece auueduti de’ fuoicattiui diiègni contro laper-fona del fuo miniftro. Vn Principe, che fra le labbra non imprigiona i fuoi penfieri, poco cura de’fuoi’ntereffi . Il fecreto è del cuore ; non è più nel fuo centro, quando nella bocca lì ferma. La loquacità è fempre dannofa, ma feu-fabile in Teuca, perche con le donne ella nacque. Fùfu-bito auuifato Demetrio, il quale, conofcendo bene la^ crudele natura delle fua Regina, pensò al fuo icampo ; e non conofciutofi habile a miglior partito, per la congion-tura de’ tempi, fi diipofe far ricorfo a’ Romani. Mandò a Roma chi anomefuoofferiifefefteifo, el’ifoladiCorfu N alla