Libro Quarto. 219 che la pace coi Re di Francia gl’impetraflè. Carlo andò in Francia, rihebbe i figli, ritornò in Italia, e quando lìcrcdea pacificamente impoflèlfarli della Sicilia, la vide in mano di Federico, vltimo figlio del Re Pietro, e /rateiminore di Giacomo. Si venne contro il nouello Re alTarmi, collegati efìèndofi aTuoi danni,il Papa, il Re di Francia, Carlo Re di Napoli, eloileflòfuo fratello Giacomo Re di Aragona. Non fi sbigottì Federico,anzi animato da’ Siciliani alla difelà brauamente fi actinie. Ma le (correrie, che fanno nella Macedonia, e nell’Epiro gli Albanefi, m'allontanano per hora dalla Sicilia, tirandomi vn naturale iflinto à (occorrer la Grecia. Gli Albanefi,che parte dell'Epiro pofleggono, in quello llato di cofe, danneggiauano le Prouincie à Carlo (oggetto ; ond’ egli, à fine di prouederui,màdò Filippo Principe di Tarato, figlio di fuo Padre, e della figlia di Baldouino Imperatore di Collantinopoli, fua feconda moglie. S'intitolaua quello Filippo, per retaggi^dell’auolo materno, pur’egl’ Imperatore; onde co gran comitiua,ebuono eièrcito pai-so à Corcira, da doue, prefà la terra ferma, li mode contro Spata, detto da altri Spatafora, capitano de gli Albanefi, in cui aiuto era Prialupa tiranno dcll’Etolia ; attaccò il nimico, e il vinfe,e poi nella Grecia fece molte prodezze . Carlo, che per altri affari non potea attendere a’ pae-ù oltre mare, hauendofàputo il valore, e furfìcienza di Filippo, il fece Signor di Corf u, e de gli altri paefi, con_, la fòggettione del Feudo. Fecero grandi allegrezze pc'l nuouo, e valorofò loro Principe i Corfioti, e gli prefero tale affetto, che per lui nulla (limarono la vita, quando \iu potentiilìmalega de gli Aragonefi, Venetiani, e Geno- Gg 2 uefi