Libro Quarto. ipi conuintoCortantino affolli* i Corcirefi, e al Santo Pallore pcrmiic il ritorno. Ariènio tu da Corcira partirti viuo, prcuc";.:o, chc vi ritornerai ertinto ; poiché Tinfirmità , thè nell’lfola di Scio ti (orprende, alla vifta par, che voglia atterrarti. Sei corraggioiò è vero , onde infermo ti mctti'n viaggio, ma Corinto non pallerai ; qui l’anima^ tua fchce volerà à glieterni ripolì. Cosìauuenne: in Corinto morì Ariènio con eftrema doglia de* Corfìoti, chc quando il ièppero, il farebbero contentati di hauerlo muo, cd eflèreindiigratiadeli’Imperatore, più torto, che hauerfi comprato lagratiadiCortantinoconlafua^ morte. Si accrebbe il loro dolore, allor che fecero riflef-(ione al luogo del ilio paflàggio, dubitando, che per lo antiche gare, non potertèro con faciltàrilcuotere il (acro corpodallemanide’Corinti/, emoli, enimicide'Cor-circlì. Ma rifoluti di hauer le ceneri di chine1 loro petti accciè tanto fuoco, poco meno, che tutti s'imbarcarono veriò Cormto, per ottenerle con la forza, qualora noru j»»ouailèrole preghiere. Nè l'vna, nèlealtreièruirono; poiché i Corinti) benignamente l’accolièro, e diedero loro Ariènio morto, chc, à onta della morte, conièruaua intere le membra : anzi la barba, benche rtrappata dalla> diuotione degli habitatori di Corinto, al (olito illeià fa-cta fede,che,à dilpetto della medelima morte, volea mantenere quel, ch'era fuperfluo nella vita. Fu trafportato il preooiò teibro à Corcira,e nella Cattedrale chiuiò dentro vma di marmo con la fua in(critione greca > la quale in verfi latini potrebbe nel (èguente modo fpiegarfi. Arcana prorfus nc^veln attingerey ii qmid modejh corde gejìas confilijf : Sitare