Libro Settimo. 3^57 bandofi folo il Principe la ftima fopra i riuenditori, da^ farfi da gli ordinari Giuftitieri. E perche ipeflò in Corfù capitauano le armate della Republica, e i Comandanti to-glieuano à forza a’Contadini’l beftiame, cbiefero i Me£ faggierijche fi rimedialÌe à iimile inconueniente, cornei u fatto , con ordine à chi che fia di non ¿sforzare i Villici à vendere ,ò dare i loro armenti, le non volontarhmento non il faceilero. Compì poi Tanno ièttantaiètte TeJcttio-ne del Protopapà Fotio Palatianò, il quale ottenne, cho nelle Iiole Greche i Latini non oflèruailero la regolatone de Calendario, fatta da Gregorio XIII Sommo Pontefice, hauendone (acuità da Roma, douc Niccolò Quarta no à taTeifetto era ito con lettere fauoreuoli della Republica S|reniflìma. Onde fu la gratiapublicatadalTArciuefco-uo Cocco, e da Pietro Emo,e Giouanni Contarino,l’vno Bailo, Taltro il primo, che otteneife il titolo di Prouedi-tore, e Capitano dell’Iiola, che della elettione del fuo Prelato Fotio, fauio per ogni verfo, gioiua. Nò tali co-fe diuertiuano dal lauoro delle fortificationi, che à tutto potere fi lèguitau a, benche non fipoteiìèfinire, che fino al 1 588, nel quale fi fece, per adornamento della Città, vna vaga piazza, cinta d’intorno d’archi, con due cifterne nel mezzo, copioiè d’aqua, e ricche per gl’intagli, e figure di pietra, che le rendon più bello. Nè Turchi frattanto vennero à difturbarc le opere cominciate; poiché nel fefìanta otto atteièro fotto Muftafà Bafsà, e Acmat pur Bafsà Eunuco, à trauagliare la Perfia con fortuna hora fauoreuole, hora contraria : nel fettan-„ tanoue, benche haueffero per gu ida Sinan, quello, ch’eJ fpngnò la Goletta, e minacciò Corcira,non fecero poco à C c c faluar