Libro Quinto. z ¿9 ueiserolafciarenell’Iiòla ilquendici per cento del corto , con pena à gli traigrefsori di ducati cento : che tutti quelli, c’haueano priuilegi della Communità, douefsero pre-fentarli a’Rettori, acciò regiftrati il confèruafsero dentro luogo chiuio con cinque chiaui, vna delle quali tenefse il Bailo, le altre i Sindici ; e a gli diiubbidienti fu importa^ la paga di cento ducati : che fuisero eienti delle guardio quei di iéisanta cinque anni insù, e di venti anni ingiù, e anche per vn anno gli ipofi nouelli, reftando prefso il Bailo la facultà di cartigare gl’inoiseruanti : che i Sindici pofsanoefìggerepena pecuniaria, eco’l Bailo dare altri caftighi a’minirtridell’vfficio de’Giuftitieri, qualunque^ volta li troueranno mancar del debito loro, ò ch’efiggef-fero più della metà delle condanne, che fi fuol dare loro per le denuntie, fotto titolo di angarie ; non hauendo alcun fermo iàlario : che i Baili, e Confìglieri ofseruaisero gli priuilegi, e gratie conceise alla Communità, circa lo Cartellarne, e gli altri vfficij, iòtto pena di ducati cinquecento, e priuatione delle cariche per cinque anni, alla quale dourebbero iòggiacere i Magiftrati di Venetia, quando facefsero anch’eglino qualche cofa in contrario. Così trafcorjèro gli anni con fomma quiete fino al 14 5 4 ; tt in quelli ritruouo ricordanza, degna di Storia, iè non fufsela creatione del Protopapà Andrea Soteriano, fuc-ceisa nel quarantadue di quel medefimo iècolo. Som-miniftra bene materia alla penna la moisa di Mau-metto, gran Signore de’Turchi, contro Coftantino Patologo , Imperatore di Oriente, il quale, doppo vna ollinata difeià , perdè aiTieme con la vita l’imperio. In qutftdfolo felice, che morì con la corona fn’l capo, o M m 2 con