Libro Secondo« $9 campatofi ftrinfc la terra in modo., che doppo fette giorni laprefe^ eiu ditalmomentola vittorria, chele altre Fortezze di Demetrio inpochi <31, Ìènza contratto fi refero, faro folareftaua., alla conquifta della quale vsòTauuedu-toRomano e l'arte., e la forza ; poiché facendolècreta-mentelo sbarco nell’Ifola, dentro alcune boicaglieafcoiè i fuoi foldati, epoicon alcune naui veleggiando al porto, ou’era la Città fìniè di voler prendere terra* Accorte il Fario co' fuoi IlliriJ, credendo facile l'impedire a1 Romani, checon pochilegni eran venuti,lo fcenderesù leare-ne 3 ma da quei, che lì erano imboteati alTimprouiiò aflà-lito fùpofto in mezzo ^ onde da fronte, e dalle Ìpalle battuto fi ritrouò Inanguftie tattiche gli conuenne fuggire. Furono gTillirij, che non puotero ricuourarfi dentro F,a-. ro, contefo loro Tingreifo da’ nim ici, tagliati apezzi 3 fo- lo Demetrio fopra picciolo legno fi faluò con la fuga. A Filippo Re di Macedonia ricorte, in teruigio del quale poi nell’aifalto diMeifenaperdèlavita. Tal fine hebbe quell’infido, che mai non riconobbe beneficio 3 ingrato egualmente aTenea fuaRegina, e a’ Romani, che il fecero Re. Ma Emilio, ipianata Faro, e refe grafie a’Cor-cirefi degli aiuti ., compofte le colè deH'Illirio, te ne ritornò a Roma3 ou’ hebbe lagratia del trionfo. I Feaci^ pieni di gloria, ritiratili alle loro caie, nel poco tempo, chelor conceflè Torio, attefero a ftabilireeon Toflcruanza delle leggi l’imperio. Cacciarono dalla Città gli abufi inuecchiati, e nel cuore de’giouani le antiche, e più lodeuoli viànze iftillarono. Chi vuole far crefcere alla patria huomini di ceruello, li ammaeftri da garzonetti j poiché mai non crefcerà dritto quell’albero, che prete O 2 cattiua