cidia. avendo negli occhi tutto lo sfacelo di por­pora e d'oro da cui la città fu illummata come uno di quei tramonti che s'accendono talora lu11 linea lontana dell'orizzonte. utte le figure dell'epilogo imm ne che forma uno degh avve­nimenti più tormentosi e più fascinatori della tori lon pas.aate di qui, con le loro ambizioni, • coi loro odii. coi loro amori e con le loro lus­.urie: aggredendo. vendicandosi. congiurando. battagliando sulle mura e per le piane. tremando e maledicendo. trionfando talvolta fugacemente dopo un a od una vittoria strappati con o ru mezzo ali sorte. Tutte queste figure che s'abbigliavano ancora paianAmente. credevano in Cri to e neUa lua religione: credevano con fer ore e con vigilanza tormentandosi anche l c me ed alzando san­tuari per voto e per rimedto. M la religione di Cri to non riuscì a fortificare le loro anime immi$èrite, e la viltà d 'Onorio è rimast u11 imperiale come un incanceU bile m cchi mentre ruccisione di Stilicone empie • tutto il uo cielo di tenebre nere. L'apoteosi di tale .F cimento. il destino h voluto che fo poeta nella teaaa, tra le meravi lie basicali di quel an \ itale che f penSAre to ad un prodigio o un aogno che ad una co. e tangibile. Tra le cinquan­t due grandi colonne di marmo o. tr le innu­merevoli relle minori, imili a steli d' e di gi li: tra il antico. i pri. le cor­niole. li Imeraldi. le agate; t1 il nelo antico. il manno pano, il rpentino. ralabastro. I ma­