4<> non si avessero difeso o di incorrere nella pubblica indignazione, difendendosi senza un preventivo assenso della repubblica. Dietro le istanze dei cinque savi alla mercanzia, magistrato che sempre in questa vertenza carteggiava col Senato, c che in di lui nome trasmetteva le disposizioni richieste, il Senato dava facoltà ai legni mercantili, qualora non avessero potuto evitare l'incontro, di difendersi colle armi dai corsari tripolini e ordinava al 22 marzo 1766 al Console Ballovich di chiedere al Bey io pubblico nome, il castigo degli autori delle prede, la liberti degli equipaggi catturati, la restituzione dei legni, e degli effetti. Ma ciò riuscì a nissun risultato che anzi i soliti sciambecchi, predavano altre navi. 11 Bey intanto faceva pervenire un’ altra lettera al Senato, disapprovando la cattura dei legni, e specialmente quello denominato Libertà veneta eh’ era nel porto di Tripoli, e che diceva di consegnare al Console Veneto, ma che d'altronde era impossibilitato a muoversi perchè senza equipaggio ; prometteva d; punire i corsari al loro arrivo. Ritornando poi sul fatto di Zara, riteneva impossibile che la galeotta avesse preso in porto le armi contro due galere, circa poi ai 25 uomini uccisi in Zara, dichiara che ne fari ammazzare altrettanti di veneti a meno che non si pagassero dalla repubblica 10000 zecchini per testa. Il Senato stabiliva, a tutela del proprio onore e decoro di non formare nemmeno risposta a siffatta lettera, ed addi 24 maggio 1766 a pienezza di suffragi deliberava : che sei tarlane armate di genti delle Bocche di