14 ciolati il p. Vio ecc. ecc., coi quali doveva essere in comunicazione per consultazioni storiche ed archeologiche. Non trascura di narrare aneddoti, dei quali uno solo trascriverò essendoché riguarda a personaggio che divenne poi tanto celebre quale fu Angelo Emo. 11 Nani lo narra in una lettera del luglio 1753 da Corfù. Trovandosi un tal nobile, che chiameremo Y, alla bottega di cañé in compagnia di molti altri, prestandosi pel suo carattere alle burle degli altri, lo facevano, come si suol dire, vogare. Entrato in quella bottega l’Emo, si unì agli altri e crebbe lo scherzo. L’Y stanco della burla, rispose a tutti bruscamente, e ne mostrò con espressioni veneziane, il dispiacere. Tali parole, benché generali fecero impressione nell’ Emo, che credendosi offeso, diede all' Y, il suo cappello sul viso. Confuso questi se ne partì, ma l’Emo seguillo, e gli dimandò se della sua azione aveva a dolersi, che era pronto a risarcirlo nelle forme più rigorose. L' offeso rispose con parole dettate più dalla paura che dal ragionamento, che niente voleva ecc. Allora l’Emo gli soggiunse, va che sei un porco, e che fai bene a salvare la pancia per i fichi. Intimorito l’Y andò al casino dicendo, che la mattina dietro voleva far, volea dir ecc. Intesi i suoi sentimenti di rabbia e di vendetta, il Provveditor Generale ordinò l’arresto di tutti e due. Il Nani arriva al casino, al momento che l’Emo avea ricevuto 1’ ordine dell’ arresto, e che discendeva dalla scala. Il Nani si informa da esso e dagli altri della