varia, ma almeno per farla cadere onorevolmente con qualche resistenza. Intanto le intiere popolazioni della laguna si offrivano a difesa della repubblica, esibendo persone, barche armi, e questa sari, diceva il Nani in altro rapporto, come fu fatto nella guerra di Chioggia, I* ultima e robusta difesa. Però scriveva nel 9 agosto il Nani che la citti di Venezia non aveva seguito i contrassegni di attaccamento dimostrati dalle vicine popolazioni di Chioggia, Sotto-Marina, Burano e Murano che si erano volontarie formate in compagnie per servir in terra e in acqua di custodia e di difesa all' Estuario; solo ad alleviare in pane la pena che net comune pericolo portava all’ animo suo tanta insensibiliti, comunicava una supplica di alcuni abitanti di S. Polo, che offrivano una barca a difesa da essi equipaggiata. Era troppo poco, per una cittì come Venezia, mentre sollevavansi popolazioni intere, per conservarle il lustro e la potenza, che avea ereditato dai secoli. Il Nani si lusingava che F esempio della contrada di S. Polo venisse seguito da altre contrade, ma dagli atti non consta che ciò avvenisse. Accenno qui ad altre offerte, a lode ed onore dei benemeriti che si prestarono. Antonio e Francesco Re-vedin il sette luglio donarono 150 barili di polvere, la Comuniti di Perugno offerse jz uomini con Giovanni Lucovich loro capo, capitano di marina. Antonio e Giovanni Savorgnan due compagnie di