6 sarà pentito del tempo che avrà impiegato, nella lettura di questo libro, ma che anzi ne trarrà qualche profitto. Certamente, non è agevol cosa parlare di avvenimenti di almeno un secolo fa, e insieme fermare l’attenzione del pubblico ; mentre per lo svolgersi rapidissimo di nuovi fatti e di nuove idee, sono già travolte da un profondo obblio, le epoche che a noi non sono, quasi contemporanee. Ciò avrebbe dovuto sbigottirmi, e scoraggiarmi dal trattare un argomento, che forse non avrebbe potuto ottenere che un leggero sorriso di compassione. Ma ciò che piuttosto positivamente mi affligge, si è il pensare che il soggetto che imprendo a trattare, sia caduto in cosi inesperte mani, quali sono le mie, e nel sapere che le mie deboli forze, non potranno corrispondere all’ intento nell’ onorare cioè, quanto si merita l’illustre Giacomo Nani. Pure, un sentimento di altissima stima, ed una profonda simpatia mi attrassero a rivolgere il mio pensiero, verso un personaggio, che se non operò gesta altisonanti, profuse però tutta la sua vita, tutta la sua attività, tutto il suo ingegno, tutto il suo caldissimo amore civile, a favore della patria sua, e in prò della scienza. Fattisi calamitosi e avversi i tempi, ai suoi principii ed alle idee colle quali, e per le quali era avviato, nell’esercizio dei pubblici offizii. il Nani vide lentamente intorno a se sfasciarsi quell’ antico edificio della repubblica veneta, che avrebbe voluto veder conservato, ma che una irresestibile forza occulta, mandava a rovina.