J7 É però molto strano, che si tenessero cosi armati corsari, in custodia, dai veneti, che vivevano si capisce in una buona fede imperdonabile. Fatto sta che in seguito a questa incredibile provocazione, le milizie posto da un lato ogni riguardo cominciarono a usare le armi, ed uccisero I’ indomabile Akmct Rais assieme ad altre sedici persone dell’ equipaggio, ed altre ferendone. E lo scafo della galeotta, coi superstiti, dovette restare nel porto di Zara, custodito colla massima cautela. Protestava nuovamente il Senato in seguito al nuovo emergente per bocca di Antonio Capello presso Abdu-raman, insistendo sopratutto nel far risaltare che i Veneziani avevano agito per diritto di legittima difesa ; ed esigendo che il Bey scrivesse alla Repubblica promettendo l’osservanza dell’art. XX1M del trattato. Intanto Abduraman partiva da Venezia per Livorno e veniva dalla splendidezza del governo gratificato di 500 zecchini ed altri 100 per la sua bassa famiglia. Ci teneva molto il Senato che fosse constatata la necessaria difesa da parte dei veneti, nel fatto di Zara, perchè oltre ail’avcr interessato a scrivere in questo senso I’ ambasciatore tripolino nella sua relazione fatta al Bey, relazione che il Senato volle conoscere ed approvare; si fece procurare col metto del denaro un Illam del Vice Cadi di Glamoz, colla narrazione dell’ incidente della galeotta secondo Io stesso sentimento. Nè questo bastava.