porti veneti se non nel caso di burrasca, e se mai dentro il limite suddetto di trenta miglia esercitassero il corso, e prendessero qualche bastimento, saranno obbligati a restituirlo, e il capitano corsaro sarà severamente punito ». Appena fu conchiusa questa pace, la Repubblica volendo mostrare il suo aggradimento, e desiderando in pari tempo onorare l’inviato Tripolino, ordinava al capitano Marcantonio Bubich di ricondurlo alla sua città assieme al Console Veneto presso quella reggenza, conte Ballovich. Il capitano Bubich salpava da Venezia con due navi conserve, e con le due fregate Speranza e Costanza. Il suo arrivo a Tripoli, fu accolto in modo oltre dire fastoso : il capitano ottenne immediatamente udi.nza dal Bey, furono tosto ricambiate le visite, elargiti da una parte e dall' altra doni, pranzi, e rinfreschi, e furono tirati in gran copia spari di cannone. Sotto questi lietissimi auspici!, tutto dava a divedere, stando alle apparenze, che sarebbero continuate chi sa per quanto lungo tempo ottime le relazioni fra Veneziani e Tripolini. M« il Senato Veneto, forse conoscendo la mal* fede di coloro coi quali aveva trattato, pare volesse premunirsi, con savie misure anche peli’ avvenire. Difatti il capitano Bubich, colla cooperazione del cadetto ingegnere Alvise Millanovich, avea durante la sua permanenza nel porto di Tripoli, fatto rilevare col massimo dettaglio tutte le fortificazioni, e rendeva conto al suo