delle nazioni all'autonomia. Ciò che è la libert, e la prosperità dei piccoli è contemporaneamente la forza e l'utile per l'Italia. Noi -se compren­diamo bene la nostra essenza statale -siamo perennemente nella posizione che soltanto alcune volte può prendere l'Inghilterra: come ora per il Belgio. E il nostro garibaldinismo in que8to senso non è che un'accesa deformazione roman­tica d'una no.tra innata realtà. Per tutto questo l'accordo nostro con la Serbia, che può essere politicamente più o meno facile, è storicamente già avvenuto. ControprovA n'è il fatto, assurdo e magari triste se si vuole, ma non per ciò meno caratteristico, che i primi a preoc­cupar.i degl'interes.i serbi magari contro di noi, non sono .tati i russi, nè i serbi, n neuun altro che qualche italiano pubblicamente, che la grande maggioran:la degl'italiani nel cuor loro. Non soltanto nessuno di noi pensò un mo­mento prima di affermare che la Serbia avrebbe avuto il .uo sbocco a Cattaro (1); ma alcuni di noi italiani dichiararono a priori che la Serbia avrebbe dovuto avere quasi tutta la Oalmaxill. Ora questo fatto che per i nazionalisti è come un frolla bestemmia contro l'idea nazionale, e che, .enza dubbio, è un sintomo abbastanu grave della poca no.tra coscienza nazionale di fronte al tenace persi.tere di alcune a.tratte ideologie a.to­riche (Ii chiamino es.e internazionali.mo o ma.&­ (1) Neili ultimi lempi il pensiero di Ialaper era molto au­\alo. Dopo i primi. lI'l'avi .acrilici dell·Italia. e le prime asprella della l'uerra sul mare, eili aoleva diTa cha CalIaTe ara ...01.­"'JnaA" ll&C--.ria al noalTo avvanira.