115 in gran parte si scioglie di quegli importuni riguardi che limitano l'umana libertà. Noi eravamo gli uni agli altri stranieri, pochi si conoscevano, i più erano ignoti,' pur si stava sì ad agio, s’era così bandita la soggezione, che ognuno si teneva quasi in sua casa. Gentili signore non disdegnarono di cercare le loro comodità, sedendo umilmente per terra, e iutorno a quel duro divano, che si convertì in letto la notte, altri s’era a crocchio ristretto, altri battagliava con loro alle carte, facendo tavoliere del palco, e degli scialli tappeto. Persone più vivaci e gioviali, intonavano gioconde canzoni, vincendo con la loro armonia quella delle ruote e de’volanti di Watt, o si rimandavano dall’uno all’altro bordo, con poca edifi-eazion de’compagni, motti e facezie, imitando il latino di Chioggia. Taluno s’era accompagnato ad un libro, e metteva il tempo e le ore a profitto, in anticipazione studiando nello Stan-covich o nelle Guide, la storia e le anticaglie eh Pola; mentre più lunge aspra ferveva la mischia e s’agitavan le sorti de’ bianchi e de’ neri sui campi incruenti della scacchiera! Oh furore delle battaglie ! Trovar bello, piacevole passatempo rompersi il capo, perfino