292 del principe. Povere dame in così misere spoglie! Se non che povertà non guasta gentilezza, e noi assai le compatiamo. XXXVII. Società Apollinea (*). Le sale della Società Apollinea risonavano ancora degli ultimi accordi della gentil Ber-tucat e dell’esimio Honoré, che già l’industre e sollecita Presidenza pensava a nuovi diletti, e lunedì le apriva ad una seconda deliziosissima mattinata, che non pur vinse l’altra in dolcezza, ma superò forse ogni altra più bella. I freddi applausi di compiacenza o cortesia, onde per ordinario si salutano le accademie, si mutarono in fuoco del più verace entusiasmo; quasi un’ elettrica scintilla scotesse e infiammasse in un punto gli animi tutti, la gente non sapeva più tenersi ne’ suoi seggi tranquilla ; s’ agitava, moveva, rompeva in voci di e-sultazione, di giubilo, di rapimento: molti, all» lettera, parevano usciti di sentimento. (*) Gazzetta del 10 giugno 1843.