168 La facile musa del Cavmarano ispirò quella del M. Pacini : egli vesti le parole delle più acconcie armonie, e la sua musica ha non so qual colore classico e severo, molto conveniente al soggetto. I professori ne lodano a cielo la composizione, per l’arte somma con la quale essa è condotta, per la sceltezza e dottrina della frase musicale, ed in genere per tutto il lavoro dell’ orchestra sparso di bellissime melodie, e d’ingegnosi artifizii di numeri. Al pubblico piacque più particolarmente tutta la seconda parte, che comincia da una polacchetta cantata dal coro delle donne, del più grazioso motivo, ed è seguita dall’aria del contr’alto, e da un duettino tra le due dpnne: componimenti d'un genere veramente leggiadro, che toccarono colla novità e soavità del motivo, come pure per l’arte delle cantanti. Il finale è magnifico e grandioso, per varietà, intreccio e lavoro di parti, e il pubblico ne fu come rapito. Il maestro a questi varii luoghi fu più volte e solo e coi cantanti domandato e festeggiato sul palco. Altri pezzi musicali, che nella novità della prima sera passarono forse inosservati, saranno, siam certi, nelle sere appresso egualmente gustati, perchè in essi si notano