foaae distrutto l'rcito intero: che Pompeo te­mendo inaidie (io credo perch queste COle fuori d'ogni sua speranza erano accadute, mentre poco prima aveva veduti dagli accampamenti i suoi che fuggivano) non ardiva aooostarsi per un tempo alle fortificazioni, e i suoi cavalieri erano ritardati nell'inseguire dai luoghi troppo atretti che pur erano occupati dai cavalieri di Cesare. Così piccole cose ebbero un'importanza grande nell'una e neU'altra parte. Poichè le for­tificazioni prolungate dagli accampamenti fino al fiume, espugnati già gli alloggiamenti éli Pom­peo, ritardarono la pronta e propria vittoria di Cesare: la medesima coaa, rallentata la celeritl di quelli ch. inaeguivano, apportò la wveua ai nostri Il. 71. (( In queste aue battaglie di un 801 giOnlO, Cesare, perdè novecento sessanta soldati e f noti cavalieri romani Felginate Tuticano gallo, figlio di senatore; C. Felginate da Piacenza, A. Cra­nio da Pozzuoli, Marco Sacrativiro da Capua, trentadue tribuni di soldati e centurioni. Ma una gran patte di tutti questi, nelle fosse e nelle forti­ficazioni, sulle rive del fiume, oppreeea nel ter­rore e nella fuga dei auoi, mori senu. alcuna le· rita: el perdettero trentadue insegne militari. Pompeo in questa battaglia fu chiamato impera­tore. Ottenne questo nome, e cosi avendo poi tollerato d'esser salutato, non mostrò le insegne "ella corona di tauro n nelle lettere, eh. fu IO­ -201 ­