.78 l’uomo rapì agli elementi uua possente favilla e un altro sole, vincitore, s’accese. Chi sabato sera, ammirando in Piazza questo nuovo trionfo dello spirito umano, non sentiva di sè medesimo orgoglio ? Mentre nel cielo, vedovo d’ogni stella e ravvolto quasi in funebre panno, profonda dominava la notte, colà di sotto un torrente di limpida luce il dì richiamava, e rendea il naturale e lieto colore alle cose. Sublime è lo spettacolo della Piazza, quando il sole del suo raggio la innonda, e i marmi intorno e la chiesa nell’ oro, eh’ ei piove sopr’es-si, sfavillano; il cuore soavemente commosso vola col pensiero in un mondo di poetiche immagini, se la luna la veste de’suoi misteriosi splendori; ma nulla renderebbe il sembiante del vago ricinto, come gemma senz’ ombra splendente, e parato di faci quasi sala a festino. La Piazza nuota, a vederla, in un mare d’argento, e quell’ onda di luce, quella luce siderea, che in ogni parte egualmente si diffonde e campeggia; gli edifìzii che a que’rai si colorano e negl’ insoliti effetti degli sbattimenti e de’lumi pigliano al guardo forme novelle; la torre e le cupole della basilica, che accese in