347 varcò nou so quali confini. Ei ne muor di dolore. Se non che le Aspari benigne sentono pietà de’ due amanti, li richiamano in vita, e Me-roe, quasi non fosse abbastanza per la perdita dello sposo infelice, giunge appunto lassù per opera d’incantesimi, per esser di più testimonio della felicità della rivale e della loro apoteosi. Per qualche cosa, si vede, il Morosini intitolò il suo ballo fantastico. Nè men fantastica del rimanente è certo quella congiura de’Mogolli, che insorgono e poi d’improvviso spariscono, senza che si sappia più nulla di loro, o com’entrino in questa faccenda. In questo ballo, in cui tutto è straordinario e fuori del mortale costume, poca parte han-"o gli attori. Pure la Fasciotli, per quel poco che le consente la sua, 1’ adorna con arte ed affetto ; i suoi gesti sono acconci, graziosi, e-5Pressivi ed ella v’aggiugDedi più le grazie una bella persona. Se la Ginn non fosse la Polin, non si perdonerebbe ad Attar ch’avesse coore d’ abbandonare tale una Meroe. La Maz-'^nlli è una cara e gentil maga che ad opera-ie incanti e malie non avrebbe uopo della verdetta; pochi le contrasterebbero il suo potere, ella inoltre s’abbella d’un’ azione ragionata