68 tenero amico, che da un pezzo non vi aveva veduto; e1 vi colma di carezze, e v’apre il cuore, e la scatola. Voi ricambiate le une, e tuffate avidamente le dita nell’ altra ; ma a mezzo il discorso, in quella cara espansione dell’ animo, quando ohimè! più urge il bisogno, tastandovi v’ accorgete che avete manco, dimenticato o rubatovi, il fazzoletto. In tali frangenti, a simili pruove, l’amicizia non regge; voi non siete più padron di voi stesso, e l’amico potrebbe trovarsi nel più istante pericolo, potrebbe aver i ladri o il fuoco alle spalle, eh’a voi basterà il cuore ed il naso di piantarlo e fuggire: tanto il naso è fatto imperioso e crudele! E non pur 1' uomo rinunzia al suo libero arbitrio, ma uccide od almeno imprigiona nella tabacchiera l’ingegno. Nascondetela, rinserratela a colui che n’ha l’uso, e ne rinserrerete del pari il pensiero. Lo scrittore più immaginoso c fecondo non si distinguerebbe dal più tardo e meschino: e’sente come mancarsi le ali, e non ne cavereste perfetta un’immagine. Il soggetto non è nulla : per lui l’estro, la vena si comperano, si dispensano dal tabaccaio, pazienza li dispensassero le tabaccaie ! le - idee non ¿sgorgano, ma si distillano giù dal cervello.