21 qua da’ privati, altre dal Municipio. Lo spettacolo era bello, era grande, e ne imprometteva una vivacissima gara. L’impazienza addoppiava le ore, quand’ ecco già s’ode il segnai della pugna; gli animi stanno sospesi, e ognun s’alza e s’allunga a più potere per coglier più da lunge le sorvegnenti barchette. Nove sono le ; coppie de’ lottatori, due da lontano già spuntano, s’ avvauzano, s’ avvicinano, e procedono trionfando in mezzo agli applausi della doppia e folta corona degli spettatori. Ma dove sono gli altri emuli legni? In tanta distanza li seguono ? I primi passano, son fuor della vista, ed essi ancora non giungono, non s’accostano? Egli è che i primi non sono stati fermi alle mosse; impazienti di scagliarsi nella lizza, non atteser l’ultimo cenno, abbandonarono del piede il cordino e spiccaron la voga : di che gli altri, perduto del campo e gravati, tennero il patto violato, e si ritrassero dall’aringo. Invano si vogò dietro a’soverchiatori : eglino divo-ravan lo spazio, nè si raggiunsero se non presso la meta, onde si tolsero dal sito le bandiere, si mandò pascere il porcellino e fu sospesa la lotta. Questi accidenti si danno: tal cosa accade in un punto che non avviene in mili’ anni, e