331 sima pezza, quell’ effetto che si sperava. Ben è vero eh’ ella non trovò neppur negli altri un migliore sostegno. La Loeve, che sostiene sola la riputazione e l’onore del nostro teatro, e che certo mostra un eroico coraggio e gran forza, se m mezzo a tante sciagurate peripezie non si lascia cadere dell’ animo, e non perde in mezzo a tante pruove e rappresentazioni i polmoni, montò la scena veramente malata; tanto che, con 1’ atto modesto della persona e il cenno del capo, rifiutava nella sua aria gli applausi che liberale il pubblico le tributava, quasi non li Meritasse. La Vietti se non era malata era di ■sala voglia assai, perchè tutti non hanno l’e-gnale coraggio, e il Meini, nuovo basso, terzo ln numero, che disse con garbo e buona temila di voce, seguita da molti applausi, la prima 5t]a aria, s’agghiacciò alquanto nel terzetto; °n(le tra per questo, e per dieci altre cagioni, il 'erzetto passò, per non dir altro, inosservato. Il freddo, il lan guor della scena fu contagioso: 6 Rapprese egualmente all’ orchestra, la quale P'gliò i tempi con tanta comodità e larghezza, ^ese non ne teneva desti l’impazienza, a quel-"* musica di brevi e di minime, a quella nenia, 5 Mia nanna, il teatro avrebbe fatto coro ron-