Ì2-Ì donne e ad un uomo, e Ior dice: Non parlate tutte tre, togliendo cosi, barbaramente, la barba a quel povero Adalberto, che ha tant’altre disgrazie addosso. Altrove ei scambia le botti per le botte, e queste inavvertenze sfuggitegli la prima, si ripeterono bellamente la seconda sera, ed in esse non sarebbe certo caduto se stesse un po’più in sè. Ad ogni modo ei canta con garbo, con brio, e nella cavatina e ne’duetti, massime in quello con la donna, ed ebbe moltissimi segni di gradimento. Il tenore, il Ricci, ha poca parte, e lo Scalini una parte tutto seria, eh’ ei sostiene con molta maestria. Mi rimarrebbe ora a dir qualche cosa del libro, ma l’articolo facile diverrebbe difficilissimo, s’io prendessi sul serio quest’ opera buffa. Ella è sì poco buffa, che tutto il nodo del-1’ azione s’aggira sul matrimonio d’un nipote, fieramente contrastato dal zio; persona piuttosto tragica che buffa, che vuol far uso dell’ armi, ed ha in oltre sulla coscienza un antico peccato, onde poi si scopre padre della sposa e s’acqueta. Il ridicolo non sorge dunque nè dalla qualità de’ fatti od accidenti del dramma, nè dal carattere dei personaggi. È un’ opera buffa, che non fa ridere; poiché lo stesso borgoma-