118 ... ritrarre appien l’impressione eh’ altri prova all’aspetto di quelle eloquenti rovine. Entrando nel solenne ricinto, il pensiero mi trasportala a que’tempi, quando tanti magnanimi fatti operavansi, quando l’umano ingegno e la potenza si manifestavano con opere di tauta grandezza, e eoo religiosa venerazione io calcava quelle pietre gloriose, membraudo i forti ch’elleno videro un g-iorno ne’loro gironi seduti. Dell’ Anfiteatro tanto ancora in piedi rimane da formarsene compiuta una idea, conservandosi interi tutto il muro di cinta e i suoi archi. L’ora del tempo, la luna che lo vestiva della mesta sua luce, il mare che inargentato a que’raggi da’vani appariva, tutto accresceva la maestà del luogo, e noi ci partimmo stanchi, ma non sazii del sublime spettacolo. La Porta Aurea, il Tempio d’Augusto, il doppio Arco dell’ Acropoli novamente scoperto, le tracce dell’antico Foro nella campagna, tutto fu nella sera medesima visitato. 11 dì appresso sull’alba si corsero gli stessi sentieri. I più fortunati trovarono nel signor Carrara, raccoglitore delle antichità del paese, una guida non men gentile, che dotta, il quale, con la più rara erudizione e il garbo migliore, fé’loro a parte a