355 Eco farmi al tremendo ruggito, Come un dì contro i Mori oppressor. . Siamo tutti una sola famiglia, Pugnerem colle braccia, co' petti; Schiavi inulti più a lungo e negletti Non sarem finché vita abbia il cor. Sia che morte ne aspetti o vittoria, Pugneremo, ed il sangue de’ spenti Nuovo ardire ai figliuoli viventi, Forze nuove al pugnare darà. Sorga alfine radiante di gloria, Sorga un giorno a brillare su noi.... Sarà Iberia feconda d’ eroi, Dal servaggio redenta sarà .... Volentieri citiam questo passo, che ci sembra uno de* più felici del dramma. Ma quando già in fine dello spartito, dopo tanta musicale dovizia e tanto ricevuto diletto si sarebbe forse temuto che 1’ estro del compositore non avesse Potuto più in alto spingere il volo, il più bello era ancora da udirsi : il terzetto tra Elvira, Er-oani e D. Silva, che chiude l’opera, ed è veramente per bellezza d’invenzione, d’ artificio e di suoni cosa tutto sublime e inspirata. I cantanti egregiamente lo dissero e più drammati-Ci> non potrebbe esser l’azione del Guasco e della toeìve. I nomi convengono spesso alle cose: un