310 le infinite difficoltà di quella composizione, non pure lo arrestassero, ma sminuissero in nulla l’effetto del suono, e la soave espressione del canto. Lo studio del trillo di Boliler, che non riusciva nuovo a’ nostri orecchi, e che udimmo, che che ne dicano certe genti parziali, maravigliosamente eseguito, fece di nuovo sotto quelle tenere dita, se non l’eguale, certo grandissima impressione nel pubblico, tanto che sene richiese a gran voci la replica. Se non che il teatro è forse un campo troppo vasto a una forza ancora sì piccioletta. Bisogna udire il sonatore fanciullo in una sala, da vicino, per ammirare tutta 1’ eccellenza e il poter di que’suoni ! Vedemmo professori, sommi professori, commossi, a rigor di parola, fino alle lagrime, e rapiti da una specie d’incanto. Ieri sera il Jaeel rinnovò neljo stesso teatro la pruova, e se grande fu 1’ entusiasmo da lui prodotto la prima volta, più grande ancor fu la seconda.