186 Del rimanente quest’Elena è un ballo come cent’ altri. Ha un bassà, un Solimano, che s’ apprende della bella persona d’ una Greca, la rapisce ed a piegarla alle sue voglie le dà ad intendere che l’è morto il marito. È un Turco nel suo genere di buona morale, poiché non pago di possederla, vuol possederla legittimamente, e ad onta della diversità della credenza e del vivente consorte, pensa sposarla. Per lui questi non sono impedimenti, non tengono; anzi per obbligarla anche più, le restituisce due suoi figliuoletti, ch’ei fa pe’suoi messi rapire alle case paterne, consegnandoli poscia a un Dervis, che glieli allevi nella fede maomettana. Certo la grazia è segnalata! La povera donna come può resiste, e rimane al marito fedele ; ma in fin che ha da fare? Ella non vuole in tutto disgustare il bassà che le mostra un amore si disperato, e si lascia andare a vestir per intanto l’abito musulmano, e ad accettare una festa in aspettazion delle nozze. In questo Zima, il marito, eh’ era in viaggio, ritorna a casa, e, salvo la sorella, ci trova manco la famiglia. Dispe-rato di tanta iattura e dell’ infamia eh’ eli’ accatta al suo nome, giura dinanzi tutto il pO' polo congregato, di rifarsene nel sangue dell’ÌD'