416 finale dell’ atto primo, e troppo presto succede non è abbastanza preparata dagli avvenimenti, onde di necessità l’azione langue e s’arresta nel secondo, in cui forza è che si ripetano le situazioni medesime. Nuovo però e inaspettato è lo scioglimento; il poeta con felice pensiero, consentaneo all’ indole del soggetto e de’ tempi e però ricco di molta poesia, fa ritrarre Francesca nella solitudine d’un chiostro. Quivi Pao- lo viene a darle 1’ ultimo addio innanzi di allontanarsi per sempre da lei, e quivi è poi raggiunto dal furioso marito, che ne trae la tremenda e famosa vendetta, fine, a vero dire, per opera, truce un po’ troppo. La bella immaginazion'del poeta si manifesta in più d’ u,n luogo del dramma; molte sono le parziali bellezze del dialogo e dellq stile. Paolo ritorna dal volontario suo esilio; ,ei rivede i luoghi a lui sacri per tante care, memorie e cauta: Eccomi difin..... Salve, o nntal mia-terra ! Salve o mio tetto-untici! Avidamente aura soave io bevo Che Francesca respira; e il ciel vagheggio I)’ogni dolcezza pieno, Il ciel dagli occhi suoi fatto sereno. Francesca !. .. . io per fuggirti