46 ha piùverno nè bruma, se non fuori di casa, dentro ride un perpetuo maggio, se non forse il luglio e 1’ agosto. E come bella la vita, e tu, scaldandolo, hai reso l’uomo migliore; compatisce e largheggia al poverello, che non ha fuoco, chi presso al fuoco deliba la suprema dolcezza de’ tuoi benigni tepori, in sè comprendendo qual Paradiso sia in terra negato a chi attende il caldo dalla sola Canicola, e batte in tanto nell’aspettazione i denti pel freddo. L’ anima s’ apre di compassione; e quando odo di fuori imperversar la procella, e la pioggia percuote gelata la ben chiusa finestra, allor che un ignoto senso di compiacenza mi fa addoppiar sugli alari l’alimento alla brace, e legne aggiungo a legne, ineip-brando il tapinello che sfanga, e sul cui capo si sfogano l’ire degli elementi, non so. di che generosi pensieri non mi sentirei capace, al coperto. Pur ha chi ingrato o cieco-ti rinega, si ribella alla tua legge, e al tuo mite ed equabil calore antepone 1’ ardente e micidiale caldano, il bragiere de’tempi della Repubblica, quando al freddo facevano guerra coi manicotti, le parrucche, in pelliccia. Gente illusa, ingannata.