297 sinsmo, cli’ei penò qualche sera a ottenere, ma alfine ottenne a Venezia. Non dirò che nel nuovo suo regno, nella terra del terzo conquisto, io lo trovassi in tutto lo stesso, nell’ eguale splendore. Il vincitor degli Ebrei mi parve anzi un po’ più dimesso; ed ei medesimo, nella propria persona, meno impetuoso ed ardente; ei piglia le cose del mondo con una certa sua pace e tranquillità; il che pertanto non è a cagione degli anni, che qui ad onta del crine eh’ avrebbe ad esser canuto, ed è nero, almen ne’ primi atti, io lo miro giovane, bello e molto ben disposto della persona: il miserando veglio ha una barba e una capellatura da invidiargliela il più giovin studente. Ed egli altresì ha certe strane sue idee; ei ti nomina p. e. lo scettro e t’accennerà della mano la fronte, come quello fosse il luogo da esso. Ciò non vuol dire per altro che il Collini non si raccomandi per molti altri rispetti, ed egli ha una voce bella, intonata, insinuante; canta di buona maniera, d’ottima scuola, e special-mente, non grida ; di che io gli ho obbligo immenso, io che non son sordo, e sono così spesso assordato. Solo gli si desidererebbe talora un po’ più di forza; per questo quelle parole Ahi!