138 e ne’Ioro eccessi conducono all’estremo contrario. Ei trae questi consigli dagli errori del Foscolo, ne fa i giovani avveduti, e ciò stima di tanta importanza, eh’ei conchiude il libro ammonendoli di non imitarlo se non nelle qualità degue veramente d’imitazione. Ma per dare un conveniente rilievo a questi fatti ed a queste osservazioni, per confutare le calunnie che li travisarono od oscurarono, egli era uopo discendere a molti particolari ; quell’ ingegno doveva sotto a’ nostri occhi mettere, aprire e stendere poderosi i suoi vanni ; noi dovevamo a ben intenderlo, esser presenti a tijtti i suoi sforzi, alle contenzioni, eh’ ei dovette durare nel letterario conflitto. E perchè la parzialità e l’affetto dello scrittore non toglies-sero fede al suo sermone, ei doveva corroborar- lo di pruove, onde le frequenti citazioni che ne impinguano il libro. Per questo l’opera è riuscita forse un po’lunga e diffusa; ma chi vorrà non sapergliene grado? L’intenzione no pure lo scusa, ma ciò che altrove si condannerebbe come difetto, qui va contato come titol di lode. La condizione politica di Venezia quando dapprima il Foscolo ci pose il piede, dà al suo biografo materia d’una viva pittura, os-