‘222 all’ora, che fu di mattina dopo il mezzodi; straordinario poiché poco avea del comune. La più eletta società di Venezia s’era ivi raccolta ad udire un giovine ingegno concittadino, che s’è aperto il passo nel difficile e nobil cammino di Liszt e de’Thalberg; una bella, irresistibile vocazione, coltivata lunghi anni con coscienza, con perseveranza, con istudii severi e profondi, che non aveva avuto fino allora altri testimonii che le fide pareti domestiche, ned altro giudice che il facile orecchio degli amici, che si nascondeva nel silenzio e nell’ombra, affrontava in quel giorno la luce della pubblicità, si assoggettava all’incerto giudizio direm quasi d’un pubblico, e qual animo sarebbe stato in sé stesso tanto sicuro, che non avesse tremato al cimento ? E la gentile assemblea medesima prendeva parte a quelle incertezze, a que’dubbi, al conflitto che combattevano in quel giovane cuore la speranza da un lato, e il sentimento del proprio valore, dall’altro la diffidenza d’un animo ben nato, che misura le difficoltà e conosce il vasto campo dell’ arte, e taluno o taluna se ne sentì fi11 commossa alle lagrime. Ma il sig. Enrico Angeli s’appresentò appena al piano forte, si