275 trionfi. La gente, eh’ aveva abbastanza beuto noioso calice precedente, e non sospettava questo po’di dolce nel fondo, abbandonò, vinta dal sonno, gli attori, prima che gli attori abbandonassero lei: o quel duetto fu la parte di pochi o più fortunati o meglio degli altri contro al sonno agguerriti. All’ opera s’ è intrecciato qualche cosa, ch’ ha il nome e 1’ apparenza d’ un ballo, ina che in sostanza è tutt’ altro: il genere c’è, ma specie è diversa. È una specie più particolarmente professata da’ Chiarini, quando no dal ,;uerra o dal Guillaume, e per questo riguardo sul- teatro, sul Gran Teatro della Fenice, fu cosa piuttosto nuova ed insolita. C’ è fra le altre una manien'di clown, di pagliaccio, in u-toto di broccato alla francese, il quale, perchè somiglianza della specie sia più perfetta, cade, e nel cadere si dilacca, si rompe nelle co-sce fino agl’ inguini, da metter riprezzo a ve-‘erlo. A questi esercizii ginnastici corrispondono gli altri de’due ballerini danzanti. Il sig\ r'iimbardella della prima coppia, potrebbe beassimo scendere, con suo grand’ onore, al parsone di forza col sig. Mathwet, primo alcide d> Francia e di Navarra. Nelle figure del suo