. V ; -171 giunge arte squisita e bei modi di cauto, di cui fece pruova così Dell’aria dell’ introduzióne, che a quella che si frammette nel terzetto della ultima parte. Questo terzetto, che la prima sera passò nel silenzio, fece ieri sera la più viva impressione; se ne ammirarono le bellezze, e la significazion della musica, così acconcia ad e-sprimere la passione di quel drammatico momento e sì peritamente eseguita da’ cantanti, i quali furono appresso più volte domandati sul palco. La parte del tenore, qui rappresentata dal Devai, fu un po’dal maestro trascurata. Il duetto della prima parte non fece nessun effetto, e l’aria della terza si compone d’ un adagio, o piuttosto d’ una lamentazione che non finisce più, tanto la frase principale è,ripetuta; l’allegro è senza brio e senza pensiero. Ben è vero che il cantante , ci aggiunse del proprio un po’di freddezza; ma ciò non pertanto il pubblico potè in lui riscontrare un cantante maestro, che meglio collocato, farà più bella comparsa, ed ieri sera qui appunto l’applaudiva. Ora è in ballo Maria d’Inghilterra. Povera Cariai A lei incontrava la stessa disgrazia di bidone, di classica memoria. Tutte a due diedero in un poeta, che le tolse, non so con