359 sente, l’immagine lo trasportava in mezzo a que’finti casi, viveva la vita della scena, e la illusione era perfetta. Lo stesso intreccio de’pezzi musicali, la loro varia forma e orditura conferisce a questo fine. Non ne voglio addurre altro esempio che quello del terzetto: Le parole di Silva: È vano, o donna, il piangere — È vano, io non perdono, che a leggerle al luogo, dove le pose il poeta, non hanno nessuna particolare significanza, nè fermano più che tanto 1’ attenzion del lettore, sono nel canto sì a tempo ripetute, e a luogo collocate, messe in sì bel riscontro con quelle degli altri due personaggi, le seconda tale significativa eloquenza di note, che 1’ effetto della situazione è veramente addoppiato, e la feroce durezza di quel vecchio inesorabile ti strigne e lacera l’anima. E a questo pregio della drammatica e-spressione, eh’ è pure il principale dell’opera, aggiugni la novità, la bellezza, il sapore di certe cantilene, e un lavoro d’ orchestra vario, splendido, immaginoso e sì accomodato sempre al soggetto, eh’ ei s’indovinerebbe anche senza il soccorso della parola. Così Emani dal-amata lungamente diviso, a lei nella Parte seconda si ricongiunge, la riconosce fedele; i