veri ecali senza fragore Si traffici e senza ean­zoni di marinai. Orico. Il Castello che Lucio Torquato invano tentò di difendere contro Cesare sopravveniente, non ha più vestigia, ruinato e cancellato nel tem­po. La cerchia murale 80vra cui aspramente il fedel seguace di Pompeo tenne i suoi Pàrtini e cercò di spingere i Greci riottosi, non ha più segni sulla teNa, se non in qualche maeeria av­vilupata di sterpi cne a stento si ritrova tra le sassaie scrollate giù dalle montagne. Del vasto porto ove Acilio Adunò le sue navi lunghe e or­ganizzò la resistenu agli assalti, con 1'aiuto eli pochi ruderi appena si rintraccia l'imboscatura naturale. Ed è nel contorno una solitudine immen­sa, uno schiacciante peso di tristezza in cui si va come smarriti, come sperduti. Ancne qui il commeTcio degli uomini, mai troppo frequente d.eI resto, si spostato forse per una ricerCA di sorte rnigHore. Abbandonato Orico posto troppo laggiu, nel R'olfo, tra le pareti dei Cerauni e del Lungare, il formicaio umano s' riveTsato in Aulona. Aulona nel remoto tempo: ogR'i Valona, là dove la baia mirabile che ne porta il nome s'apre verso la costa di PUlllia: e l'isola eli 5aseno sul vaTCO, sentinella ai ma­ei(YJlo, che fa buona guardia nel nome santo d'Italia. Cos\ il fra.tr dell'armi ritorna, e eol 1,uen ili­ritto é1ella gente latina. Tra le rupi di aaene stanne i marinai nestri, balda iovinezza eanera che ascolta gamre nel vento un' immensa ban­èlibra trirolore, e la saluta con lungne fanfare • 197·