386 rò il bell’ accompagnamento d’arpa e di corno inglese della cavatina di Giovanna, la Brambilla, ma languida se ne trovò la cantilena. Rimase la marcia trionfale, che precede l’arrivo di Candiano, il Coletti, con quel magnifico crescendo, lavoro di magistrale perizia; rimasero il terzetto che precede il finale, e tutta la grande scena della congiura, e a questi luoghi che sono i più notabili dello spartito, il pubblico veramente s’animò, e chiese sulla scena il maestro. Ma quell’ entusiasmo a lungo non si sostenne, non fu universale, e ieri sera si riprodusse, oh costanza ! il Nabucco. Il Coletti e la Brambilla cantarono col loro ordinario valore, e loro viene del pari il Basadonna, eh’ ora assunse le parti del tenore. Ma non so, la voce del Coletti è fiù troppa per questo teatro, egli ha uopo d’ un campo più vasto. Il Bertoja anche qui decorò la scena di alcune vaghissime tele, e fra le più vaghe è l’isoletta de’cipressi, di cui non può immaginarsi più bella e romantica amenità.